
Dice Maria (parlando a San Giuseppe): «Non temere. Tutto andrà bene (…). Noi fidiamo in Lui. Non è vero? Sempre fidiamo in Lui. Quanto più è forte la prova e più fidiamo. Come due bambini mettiamo la nostra mano nella sua di Padre. Egli ci guida. Siamo tutt’affatto abbandonati a Lui. Guarda come ci ha condotti fin qui con amore. Un padre, anche il più buono, non potrebbe farlo con maggior cura. Siamo suoi figli e suoi servi. Compiamo la sua volontà. Nulla di male può accaderci».
Dice Maria (parlando alla mistica): «La fiducia in Dio riassume le virtù teologali. Chi ha fiducia è segno che ha fede. Chi ha fiducia è segno che spera. Chi ha fiducia è segno che ama. Quando uno ama, spera, crede in una persona, ha fiducia. Altrimenti no. Dio merita questa nostra fiducia. Se la diamo a dei poveri uomini capaci di mancare, perché la si deve negare a Dio che non manca mai? La fiducia è anche umiltà. Il superbo dice: “Faccio da me. Non mi fido di costui perché è un incapace, un mentitore, un prepotente”. L’umile dice: “Mi fido. Perché non mi dovrei fidare? Perché devo pensare che io sono meglio di lui?”. E con più ragione così dice di Dio: “Perché devo diffidare di Colui che è buono? Perché devo pensare che io sono capace di fare da me?”. Dio all’umile si dona. Ma si ritira a chi è superbo».
(L'Evangelo di Maria Valtorta)
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