Il SEGRETO eucaristico del grande vescovo Fulton John Sheen
L’arcivescovo statunitense era animato da un amore sconfinato per l’Eucarestia, rendendolo l’uomo di profonda fede che è stato. L’amore immenso per l’Eucarestia, all’Adorazione quotidiana della Quale non avrebbe mai rinunciato per nessuna ragione al mondo, è legato ad un episodio che forse molti ignorano ma che merita veramente di essere conosciuto.
Si tratta della storia di una bambina, la piccola Jia Li, vissuta negli anni ’50 in Cina, durante la più dura epoca di repressione comunista. Bambina di 11 anni, Li frequentava una scuola parrocchiale. In occasione della preparazione alla sua Prima Comunione trovò molto strana della preghiera del Padre nostro la frase: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Così riferì alla suora, sua catechista, che non capiva come mai Dio aveva detto di chiedere il pane, a quelli come lei che invece mangiano riso. La suora le dette una risposta molto semplice, che la bambina prese così sul serio da condurla al martirio.
Le disse: "Tu mangi riso al mattino, a mezzogiorno e alla sera perché il tuo corpo ha bisogno del riso. Ma la tua anima, che vale più del corpo, ha fame di questo pane che è il Pane di Vita: si chiama Ostia! Ricorda di non prendere più di un’Ostia al giorno e di non toccarla mai con le mani. L’Ostia si riceve in ginocchio e sulla lingua".
Così dal mese di maggio, quando la piccola Li fece la Prima Comunione, implorando Gesù di farle avere sempre questo pane quotidiano e di non permettere che la sua anima ne restasse mai priva, cominciò a fare la comunione tutti i giorni. Una volta i comunisti invasero una chiesa, imprigionando nella sua stanza il parroco, Padre Luc. Dalla finestra che dava sulla chiesa, il sacerdote poté osservare la scena in cui i miliziani profanando il Tabernacolo, presero il Calice gettandolo a terra, spargendo ovunque le Ostie consacrate. Poi riferì quanto segue.
La piccola Li che era presente in chiesa, nascosta in un cantuccio, vista la scena restò di ghiaccio. Con l’intenzione pietosa di raccogliere Gesù dal pavimento, non sapendo della presenza della guardia nella rettoria e credendosi sola, a piccoli passi si avvicina all’altare. Si prostra a terra e inginocchiata adora silenziosamente Gesù maltrattato e abbandonato. Come le ha insegnato la suora, sa che occorre preparare il proprio cuore prima di ricevere Gesù. Dopo un’ora di Adorazione, carponi, abbassa la testa a terra e raccoglie un’Ostia con la lingua. Resta ancora in ginocchio, ad occhi chiusi in comunione col suo Visitatore celeste, poi, mentre il sacerdote trepidava per tutto il tempo temendo per lei, la bambina così come era arrivata, lentamente, quasi saltellando se ne va.
Il giorno dopo si ripete la stessa scena. La piccola Li ritorna. Prostata a terra raccoglie con la lingua un’altra Ostia e dopo l’Adorazione se ne va. Padre Luc che conosceva il numero delle Ostie – erano 32 – si domanda tra sé e sé, perché non le raccolga tutte insieme nella stessa volta evitando di correre troppi rischi, ma l’insegnamento della suora la piccola Li se lo ricordava benissimo: “Una sola Ostia al giorno è sufficiente! “E così fece.
Il 32° giorno rimaneva a terra ancora un’Ostia. All’alba la bambina si infila in chiesa e come al solito, silenziosamente, raggiunge i piedi dell’altare. Si inginocchia e prega vicino all’ultima Ostia profanata, quando per un rumore involontario, avvistata dalla guardia della rettoria, viene puntata dalla rivoltella che sparato il colpo, accompagnato da una grassa risata, vede la bambina accasciarsi al suolo. Padre Luc la crede morta, invece non lo è ancora. Ha il tempo che le serve per strisciare faticosamente a terra verso quell’ultima Ostia che, come le altre, raccolse premendoLe sopra la bocca. Poi un soprassalto convulso e l’improvviso mortale rilassamento. La piccola Li è morta. È morta dopo aver salvato tutte le Ostie mettendole al riparo dentro di sé.
Quando Mons. Sheen ascoltò questo racconto, fu talmente colpito dall’eroismo zelante di questa bambina verso l’Eucaristia, che decise che da quel momento in poi, qualunque cosa fosse accaduta, avrebbe sostato per il resto della sua vita in adorazione davanti a Gesù Sacramentato, almeno un’ora al giorno. Se quella bambina aveva dato con la propria vita una tale testimonianza della reale presenza di Cristo nel Santissimo Sacramento, Mons. Sheen si vedeva obbligato a fare lo stesso.
Solo due mesi prima di morire, all’età di ottantaquattro anni, Mons. Sheen rivelò al grande pubblico il suo segreto, la volta che l’intervistatore gli chiese: “Sua Eccellenza, lei ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo, ma lei da chi è stato ispirato? Da un Papa?”. Mons. Sheen rispose che la sua più grande fonte di ispirazione non era stato un Papa, né un cardinale, nessun altro vescovo, nemmeno un sacerdote, né una suora ma una bambina cinese di 11 anni. E aggiunse:
“Il segreto del mio potere è che in 55 anni non mi sono mai perso di passare un’ora al giorno di Adorazione alla Presenza di Gesù Nostro Signore nel Santissimo Sacramento. Ecco da dove viene il potere. Ecco dove nascono i sermoni. È da lì che viene concepito ogni buon pensiero”.
L’impegno di Sheen nel mantenere un’ora Santa di Adorazione Eucaristica, precisamente, iniziò il giorno della sua ordinazione il 20 settembre 1919 e durò fino al giorno della sua morte, il 9 dicembre 1979. Esattamente 60 anni! Morì durante l’Adorazione Eucaristica, davanti a Gesù nel Santissimo Sacramento. Era chiaramente devoto alla pratica, ma non la considerava come una devozione ma come “Una partecipazione all’opera di Redenzione”. Non solo Mons. Sheen tenne fede alla promessa per tutta la sua vita ma non perse mai occasione per promuovere l’amore per Gesù Eucaristico. Per molti decenni, infatti, ha esortato i fratelli sacerdoti, i religiosi e tutti i fedeli a fare un’ora santa quotidiana di Adorazione davanti al Santissimo Sacramento.
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IL POTERE DELL'ADORAZIONE EUCARISTICA
«Siate certi che di tutti gli istanti della vostra vita, il tempo che passerete davanti al Divin Sacramento sarà quello che vi darà più forza durante la vita, più consolazione nell’ora della morte e durante l’eternità»
(Sant’Alfonso de’ Liguori).
«Volete che il Signore vi faccia molte grazie? Visitatelo sovente. Volete che ve ne faccia poche? Visitatelo di rado. Volete che il demonio vi assalti? Visitate di rado Gesù Sacramentato. Volete che fugga da voi? Visitate sovente Gesù. Volete vincere il demonio? Rifugiatevi sovente ai piedi di Gesù. Volete essere vinti? Lasciate di visitare Gesù. Miei cari, la Visita al Sacramento è un mezzo troppo necessario per vincere il demonio. Dunque, andate spesso a visitare Gesù e il demonio non la vincerà contro di voi».
(San Giovanni Bosco).
Con la Presenza Reale, Gesù è nei nostri tabernacoli. Lo stesso Gesù portato dall’Immacolata nel suo grembo verginale sta rinchiuso nel piccolo grembo di una candida ostia. Lo stesso Gesù che fu flagellato, coronato di spine e crocifisso come vittima per i peccati del mondo sta nel ciborio come Ostia immolata per la nostra salvezza. Lo stesso Gesù che risuscitò da morte e ascese al cielo, dove ora regna glorioso alla destra del Padre, sta sui nostri altari circondato da una moltitudine quasi infinita di Angeli adoranti (...).
Andiamo da Gesù, presente REALMENTE nell'Ostia! Tratteniamoci con Lui, parlandogli con affetto di ciò che ci sta a cuore. Egli ci avvolge con il suo sguardo d’amore e ci attira al suo Cuore. «Quando noi parliamo a Gesù con semplicità e con tutto il cuore - diceva il Santo Curato d’Ars - Egli fa come una mamma che tiene la testa del suo bambino fra le sue mani, per coprirlo di baci e di carezze (...).
SOLO IN PARADISO VEDREMO QUANTE ANIME SONO STATE STRAPPATE ALL’INFERNO DALL’ADORAZIONE EUCARISTICA RIPARATRICE DEI SANTI CONOSCIUTI E SCONOSCIUTI (…). Per questo San Massimiliano M. Kolbe, il grande apostolo mariano, in ogni sua fondazione, prima ancora delle celle per i frati, voleva che si costruisse la Cappella per introdurre subito l’adorazione perpetua al Santissimo esposto. E un giorno, in Polonia, mentre accompagnava un ospite in visita alla «Città dell’Immacolata», arrivato nella grande Cappella dell’adorazione, disse all’ospite indicando con la mano il Santissimo Sacramento: «Tutta la nostra vita dipende da qui»
(Padre Stefano Manelli)
«Gesù è lì, nell’Ostia. Come possiamo annoiarci? Come osiamo annoiarci? Quando adorate il Santissimo, venite per Lui. Venite solo per fare piacere a Lui. Venite per Lui e, allora, Lui farà tutto per voi (...).
«Il sole, ogni giorno, sembra lo stesso ma voi non dite: “Non andrò a godermi il sole oggi perché è lo stesso sole di ieri”. Il sole può essere lo stesso ma i raggi si rinnovano costantemente: il calore che hai ricevuto oggi è un calore nuovo, la luce è nuova, non viene da un raggio vecchio che hai ricevuto ieri e che è riciclato. È un raggio nuovo che dà nuovo calore, nuova luce. Con Gesù nell’Eucarestia è la stessa realtà: puoi vedere la stessa Ostia, lo stesso “pezzetto rotondo” di pane bianco ma è completamente diverso rispetto a ieri. Raggi nuovi, calore nuovo, nuove grazie, nuova ispirazione, nuova relazione. Tutto è nuovo (...).
«DIVENTATE UN OSTENSORIO VIVENTE per Gesù. Quando avete adorato il Santissimo e Gesù vi ha trasformato, siete raggianti e quei raggi arrivano dappertutto: giungono ai non credenti, ai malati, ai moribondi. Chissà, forse impedirete un divorzio, impedirete a un giovane di suicidarsi, forse guarirete un malato, forse consolerete un moribondo, forse impedirete un incidente stradale. Chissà, Dio lo sa...».
(Suor Emmanuel Maillard)
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