STORIA DI UN’ANIMA

Pubblicato il 5 dicembre 2024 alle ore 10:10

Santa Teresina di Lisieux (o del Bambino Gesù)

 

Manoscritto indirizzato alla Madre Maria di Gonzaga (61° parte)

 

Non è sempre con questi slanci di gioia che ho praticato la carità, ma all’inizio della mia vita religiosa, Gesù volle farmi sentire quanto è dolce vederlo nell’anima delle sue spose; così quando io guidavo Suor S. Pietro, lo facevo con tanto amore che mi sarebbe stato impossibile farlo meglio se avessi dovuto guidare lo stesso Gesù. La pratica della carità non mi è stata sempre così dolce, gliel’ho appena detto, Madre mia cara; per provarglielo, le racconterò alcune piccole battaglie che certamente la faranno sorridere. Per tanto tempo, all’orazione della sera, fui messa davanti ad una sorella che aveva una buffa mania, e penso... molte illuminazioni, perché si serviva raramente di un libro. Ecco come me ne accorgevo: Appena questa sorella era arrivata, si metteva a fare il suo strano rumorino che rassomigliava a quello che si farebbe strofinando due conchiglie una contro l’altra. Non c’ero che io che me ne accorgevo, perché ho l’orecchio estremamente fine (un po’ troppo talora). Dirle, Madre mia, quanto questo rumore mi stancava, è impossibile: avevo grande voglia di girare la testa e di guardare la colpevole che, sicuramente, non si accorgeva del suo tic, era l’unico mezzo di segnalarglielo; ma in fondo al cuore sentivo che era meglio soffrire quella cosa per l’amore del buon Dio e per non dare pena alla sorella. Restavo dunque tranquilla, cercavo di unirmi al buon Dio, di dimenticare il rumorino... tutto era inutile, sentivo il sudore che m’inondava ed ero costretta a fare semplicemente un’orazione di sofferenza, ma pur soffrendo, cercavo il modo di farlo non con irritazione, ma con gioia e pace, almeno nell’intimo dell’anima. Allora cercavo di amare il rumorino così sgradevole; invece di cercare di non sentirlo (cosa impossibile) mettevo la mia attenzione a sentirlo bene, come se fosse stato un affascinante concerto e tutta la mia orazione (che non era quella di quiete) passava ad offrire questo concerto a Gesù.

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