Le Devozioni 

Devozione delle Tre Ave Maria

Fu rivelata a Santa Matilde di Hackeborn, monaca benedettina morta nel 1298, quale mezzo sicuro per ottenere la grazia di una buona morte. La Madonna le disse: "Se vuoi ottenere questa grazia, recita tutti i giorni Tre Ave Maria, per ringraziare la SS. Trinità dei privilegi di cui mi ha arricchita. Con la prima ringrazierai Dio Padre della Potenza che mi ha data, e in virtù di essa domanderai che io t'assista nell'ora della morte. Con la seconda ringrazierai Dio Figlio di avermi comunicato la sua sapienza, sicchè io conosco la SS. Trinità più di tutti i Santi. Per essa mi domanderai che nell'ora della morte rischiari l'anima tua con i lumi della fede e allontani da te ogni ignoranza di errore. Con la terza ringrazierai lo Spirito Santo di avermi talmente ricolma di amore e di bontà che dopo Dio sono la più tenera e misericordiosa. Per questa bontà incomparabile mi domanderai che nell'ora della tua morte io ti riempia l'anima tua della soavità dell'amor divino e cambi così per te in dolcezza le pene della morte.

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I 15 Sabati del Rosario

  DESCRIZIONE E STORIA DELLA DEVOZIONE   Prefazione Il Santuario della Madonna del Rosario di Pompei, per merito del fondatore, il beato Bartolo Longo (1922), è il centro che contribuì alla diffusione della pratica dei Quindici sabati del Rosario. Fu il Beato stesso a ricordarne la storia: questa pratica viene dalla Francia e risale al 1627. Il re Luigi XIII, impegnato in una lotta contro gli eretici Calvinisti e Ugonotti, invitò alla recita del Rosario. La prima recita pubblica, alla presenza di principi e cardinali, ebbe luogo il 27-5-1627 nella chiesa dei PP. Domenicani a Parigi. Si continuò poi in tutti i sabati. Gli eretici, asserragliati nella fortezza di la Rochelle, dopo un lungo assedio, furono costretti alla resa.  Il successo militare e la devozione dei fedeli ispirarono la devozione detta: “Voto dei quindici sabati”, propagandata ovunque dai PP. Domenicani. Tale devozione è accreditata da grazie straordinarie ed indulgenze. In cosa consiste la pratica dei Quindici sabati del Rosario? Essa consiste nell’impegno di accostarsi alla S. Comunione per 15 sabati consecutivi, di recitare almeno una terza parte del Rosario, di meditare un certo spazio di tempo i misteri — a cui conformarsi nella vita pratica — e di santificare quella giornata. Tutto questo allo scopo di ottenere dalla Vergine qualche grazia speciale. Nel Meridione veniva praticata nelle chiese domenicane. Una devota marchesa, Filiasi di Somma, per meglio diffondere la pratica aveva tradotto dal francese un libretto, esauritosi in breve tempo. Bartolo Longo (terziario domenicano) la incontrò quando le chiese una offerta per il costruendo santuario di Pompei. Il discorso cadde sui Quindici sabati del Rosario e la marchesa lo invitò a ristampare il libretto. Il santo notò trattarsi di un testo devozionale ben misero: un breve pensiero su ogni mistero accompagnava la preparazione ed il ringraziamento alla S. Comunione. Devoto del Rosario e di S. Domenico (alla sua conversione aveva contribuito il domenicano P. Radente, suo confessore), pensò a qualcosa di più consistente. Stese così: “La devozione dei quindici sabati in onore del SS.mo Rosario” (Napoli, 1877); comprendente tre parti: “Le glorie del Rosario contro i protestanti”, “Ammaestramenti per infervorare alla pratica dei quindici sabati”, “Metodo pratico per ben fare i quindici sabati”. Il libro ebbe una singolare fortuna in tutta l’Italia per l’erudizione e lo spirito di pietà di cui era pervaso. Le edizioni si susseguono quasi annualmente, ampliate ed elaborate. Nel 1884 era giunto alla 4″ edizione in 2 volumi; nel 1887 alla 7°, in 15.000 copie. Nell’8° iniziò la pubblicazione separata delle meditazioni e apparecchio alla S. Comunione. Il 1900 vide la 16″ edizione. Vivente l’autore (1926), se ne diffusero centinaia di migliaia di copie, tradotte in parecchie lingue. Il Italia se ne stamparono in media 10.000 all’anno. Nel 1941 uscì la 54″ edizione e nel 1981 la 75″. Rispetto alla versione originale, il Beato Bartolo Longo dà maggior contenuto alla pratica dei Quindici sabati del Rosario: Suggerisce di iniziarla 15 sabati (o domenica, per gli impediti) prima della festa del Rosario, anche se la pratica non è legata a date. Propone per ogni sabato la meditazione di un mistero del Rosario suddivisa in tre punti e comprendente gli episodi evangelici connessi col mistero; inserendovi, per quelli dolorosi, qualche particolare attinto dalla tradizione e da rivelazioni private. Ogni meditazione è accompagnata da affetti utili per la preparazione e il ringraziamento alla S. Comunione. Propone virtù da imitare o mortificazioni da compiere. Espone più esempi di Santi, tutti appartenenti all’ordine Domenicano. Suggerisce di continuare per tutta la settimana la meditazione del mistero e le risoluzioni pratiche prese nella S. Comunione. Le meditazioni sono essenzialmente cristologiche, anche se costantemente è evocata la presenza di Maria e la sua unione a Cristo, ed è richiesto il suo aiuto per una più intima unione a nostro Signore. Devozione quindi quanto mai seria teologicamente ed efficace nella sua impostazione. I vantaggi li richiama lo stesso Beato: rendere impressa la vita di Gesù e di Maria, cioè il Vangelo in compendio; acquistare l’abitudine di meditare la Passione di Gesù ed i dolori di Maria , i più atti ad accendere l’amore per essi; nominare 150 (o 50) volte il nome di Gesù; giusta riparazione alle innumerevoli bestemmie contro il Santo nome di Dio; arricchire la Comunione riparatrice con il Rosario; conformarsi a Gesù e Maria praticando le loro virtù; mortificare le passioni; conversare familiarmente con Gesù e Maria; essere sollecitati dai numerosi esempi all’amore a Cristo, alla Vergine all’esercizio delle virtù cristiane. Fa specie notare come, in ordine al Rosario, il Beato richiami e dia significato a tutti i particolari, diciamoli così, materiali: I tre ordini di misteri dell’unico Rosario richiamano l’unità e Trinità di Dio e la triplice verginità di Maria. Le 50 Ave, (un terzo del Rosario) vengono riferiti ai 50 anni del Giubileo e significano la remissione dei peccati. I 5 Padre nostro onorano le cinque piaghe del Signore. Le 10 Ave ricordano i 10 Comandamenti. Le 150 Ave si ricollegano ai 150 Salmi ed alle 150 foglie della rosa di Gerico (Maria, rosa mistica). I 15 misteri evocano i 15 salmi graduali, i gradini del Tempio di Gerusalemme, le 15 caratteristiche della virtù della carità enumerate S. Paolo. Si noterà l’affinità dei Quindici sabati del Rosario con le devozioni dei Primi 9 venerdì e dei Primi 5 sabati; come pure con il mese di maggio per la meditazione, l’esercizio pratico e l’esempio. La pratica non è legata a rivelazioni, ad associazioni, o a determinati tempi. Ciascuno la compie singolarmente e la ripete per la grazia che di volta in volta desidera ottenere. Devozione solida, degna di un santo. Tratto da:” Le devozioni del popolo” di Pio della Valentina ed. Editrice Domenicana Italiana  

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