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Il SEGRETO eucaristico del grande vescovo Fulton John Sheen

L’arcivescovo statunitense era animato da un amore sconfinato per l’Eucarestia, rendendolo l’uomo di profonda fede che è stato. L’amore immenso per l’Eucarestia, all’Adorazione quotidiana della Quale non avrebbe mai rinunciato per nessuna ragione al mondo, è legato ad un episodio che forse molti ignorano ma che merita veramente di essere conosciuto.Si tratta della storia di una bambina, la piccola Jia Li, vissuta negli anni ’50 in Cina, durante la più dura epoca di repressione comunista. Bambina di 11 anni, Li frequentava una scuola parrocchiale. In occasione della preparazione alla sua Prima Comunione trovò molto strana della preghiera del Padre nostro la frase: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Così riferì alla suora, sua catechista, che non capiva come mai Dio aveva detto di chiedere il pane, a quelli come lei che invece mangiano riso. La suora le dette una risposta molto semplice, che la bambina prese così sul serio da condurla al martirio.Le disse: "Tu mangi riso al mattino, a mezzogiorno e alla sera perché il tuo corpo ha bisogno del riso. Ma la tua anima, che vale più del corpo, ha fame di questo pane che è il Pane di Vita: si chiama Ostia! Ricorda di non prendere più di un’Ostia al giorno e di non toccarla mai con le mani. L’Ostia si riceve in ginocchio e sulla lingua".Così dal mese di maggio, quando la piccola Li fece la Prima Comunione, implorando Gesù di farle avere sempre questo pane quotidiano e di non permettere che la sua anima ne restasse mai priva, cominciò a fare la comunione tutti i giorni. Una volta i comunisti invasero una chiesa, imprigionando nella sua stanza il parroco, Padre Luc. Dalla finestra che dava sulla chiesa, il sacerdote poté osservare la scena in cui i miliziani profanando il Tabernacolo, presero il Calice gettandolo a terra, spargendo ovunque le Ostie consacrate. Poi riferì quanto segue.La piccola Li che era presente in chiesa, nascosta in un cantuccio, vista la scena restò di ghiaccio. Con l’intenzione pietosa di raccogliere Gesù dal pavimento, non sapendo della presenza della guardia nella rettoria e credendosi sola, a piccoli passi si avvicina all’altare. Si prostra a terra e inginocchiata adora silenziosamente Gesù maltrattato e abbandonato. Come le ha insegnato la suora, sa che occorre preparare il proprio cuore prima di ricevere Gesù. Dopo un’ora di Adorazione, carponi, abbassa la testa a terra e raccoglie un’Ostia con la lingua. Resta ancora in ginocchio, ad occhi chiusi in comunione col suo Visitatore celeste, poi, mentre il sacerdote trepidava per tutto il tempo temendo per lei, la bambina così come era arrivata, lentamente, quasi saltellando se ne va.Il giorno dopo si ripete la stessa scena. La piccola Li ritorna. Prostata a terra raccoglie con la lingua un’altra Ostia e dopo l’Adorazione se ne va. Padre Luc che conosceva il numero delle Ostie – erano 32 – si domanda tra sé e sé, perché non le raccolga tutte insieme nella stessa volta evitando di correre troppi rischi, ma l’insegnamento della suora la piccola Li se lo ricordava benissimo: “Una sola Ostia al giorno è sufficiente! “E così fece.Il 32° giorno rimaneva a terra ancora un’Ostia. All’alba la bambina si infila in chiesa e come al solito, silenziosamente, raggiunge i piedi dell’altare. Si inginocchia e prega vicino all’ultima Ostia profanata, quando per un rumore involontario, avvistata dalla guardia della rettoria, viene puntata dalla rivoltella che sparato il colpo, accompagnato da una grassa risata, vede la bambina accasciarsi al suolo. Padre Luc la crede morta, invece non lo è ancora. Ha il tempo che le serve per strisciare faticosamente a terra verso quell’ultima Ostia che, come le altre, raccolse premendoLe sopra la bocca. Poi un soprassalto convulso e l’improvviso mortale rilassamento. La piccola Li è morta. È morta dopo aver salvato tutte le Ostie mettendole al riparo dentro di sé.Quando Mons. Sheen ascoltò questo racconto, fu talmente colpito dall’eroismo zelante di questa bambina verso l’Eucaristia, che decise che da quel momento in poi, qualunque cosa fosse accaduta, avrebbe sostato per il resto della sua vita in adorazione davanti a Gesù Sacramentato, almeno un’ora al giorno. Se quella bambina aveva dato con la propria vita una tale testimonianza della reale presenza di Cristo nel Santissimo Sacramento, Mons. Sheen si vedeva obbligato a fare lo stesso.Solo due mesi prima di morire, all’età di ottantaquattro anni, Mons. Sheen rivelò al grande pubblico il suo segreto, la volta che l’intervistatore gli chiese: “Sua Eccellenza, lei ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo, ma lei da chi è stato ispirato? Da un Papa?”. Mons. Sheen rispose che la sua più grande fonte di ispirazione non era stato un Papa, né un cardinale, nessun altro vescovo, nemmeno un sacerdote, né una suora ma una bambina cinese di 11 anni. E aggiunse:“Il segreto del mio potere è che in 55 anni non mi sono mai perso di passare un’ora al giorno di Adorazione alla Presenza di Gesù Nostro Signore nel Santissimo Sacramento. Ecco da dove viene il potere. Ecco dove nascono i sermoni. È da lì che viene concepito ogni buon pensiero”.L’impegno di Sheen nel mantenere un’ora Santa di Adorazione Eucaristica, precisamente, iniziò il giorno della sua ordinazione il 20 settembre 1919 e durò fino al giorno della sua morte, il 9 dicembre 1979. Esattamente 60 anni! Morì durante l’Adorazione Eucaristica, davanti a Gesù nel Santissimo Sacramento. Era chiaramente devoto alla pratica, ma non la considerava come una devozione ma come “Una partecipazione all’opera di Redenzione”. Non solo Mons. Sheen tenne fede alla promessa per tutta la sua vita ma non perse mai occasione per promuovere l’amore per Gesù Eucaristico. Per molti decenni, infatti, ha esortato i fratelli sacerdoti, i religiosi e tutti i fedeli a fare un’ora santa quotidiana di Adorazione davanti al Santissimo Sacramento.* * *IL POTERE DELL'ADORAZIONE EUCARISTICA«Siate certi che di tutti gli istanti della vostra vita, il tempo che passerete davanti al Divin Sacramento sarà quello che vi darà più forza durante la vita, più consolazione nell’ora della morte e durante l’eternità»(Sant’Alfonso de’ Liguori).«Volete che il Signore vi faccia molte grazie? Visitatelo sovente. Volete che ve ne faccia poche? Visitatelo di rado. Volete che il demonio vi assalti? Visitate di rado Gesù Sacramentato. Volete che fugga da voi? Visitate sovente Gesù. Volete vincere il demonio? Rifugiatevi sovente ai piedi di Gesù. Volete essere vinti? Lasciate di visitare Gesù. Miei cari, la Visita al Sacramento è un mezzo troppo necessario per vincere il demonio. Dunque, andate spesso a visitare Gesù e il demonio non la vincerà contro di voi».(San Giovanni Bosco).Con la Presenza Reale, Gesù è nei nostri tabernacoli. Lo stesso Gesù portato dall’Immacolata nel suo grembo verginale sta rinchiuso nel piccolo grembo di una candida ostia. Lo stesso Gesù che fu flagellato, coronato di spine e crocifisso come vittima per i peccati del mondo sta nel ciborio come Ostia immolata per la nostra salvezza. Lo stesso Gesù che risuscitò da morte e ascese al cielo, dove ora regna glorioso alla destra del Padre, sta sui nostri altari circondato da una moltitudine quasi infinita di Angeli adoranti (...).Andiamo da Gesù, presente REALMENTE nell'Ostia! Tratteniamoci con Lui, parlandogli con affetto di ciò che ci sta a cuore. Egli ci avvolge con il suo sguardo d’amore e ci attira al suo Cuore. «Quando noi parliamo a Gesù con semplicità e con tutto il cuore - diceva il Santo Curato d’Ars - Egli fa come una mamma che tiene la testa del suo bambino fra le sue mani, per coprirlo di baci e di carezze (...).SOLO IN PARADISO VEDREMO QUANTE ANIME SONO STATE STRAPPATE ALL’INFERNO DALL’ADORAZIONE EUCARISTICA RIPARATRICE DEI SANTI CONOSCIUTI E SCONOSCIUTI (…). Per questo San Massimiliano M. Kolbe, il grande apostolo mariano, in ogni sua fondazione, prima ancora delle celle per i frati, voleva che si costruisse la Cappella per introdurre subito l’adorazione perpetua al Santissimo esposto. E un giorno, in Polonia, mentre accompagnava un ospite in visita alla «Città dell’Immacolata», arrivato nella grande Cappella dell’adorazione, disse all’ospite indicando con la mano il Santissimo Sacramento: «Tutta la nostra vita dipende da qui»(Padre Stefano Manelli)«Gesù è lì, nell’Ostia. Come possiamo annoiarci? Come osiamo annoiarci? Quando adorate il Santissimo, venite per Lui. Venite solo per fare piacere a Lui. Venite per Lui e, allora, Lui farà tutto per voi (...).«Il sole, ogni giorno, sembra lo stesso ma voi non dite: “Non andrò a godermi il sole oggi perché è lo stesso sole di ieri”. Il sole può essere lo stesso ma i raggi si rinnovano costantemente: il calore che hai ricevuto oggi è un calore nuovo, la luce è nuova, non viene da un raggio vecchio che hai ricevuto ieri e che è riciclato. È un raggio nuovo che dà nuovo calore, nuova luce. Con Gesù nell’Eucarestia è la stessa realtà: puoi vedere la stessa Ostia, lo stesso “pezzetto rotondo” di pane bianco ma è completamente diverso rispetto a ieri. Raggi nuovi, calore nuovo, nuove grazie, nuova ispirazione, nuova relazione. Tutto è nuovo (...).«DIVENTATE UN OSTENSORIO VIVENTE per Gesù. Quando avete adorato il Santissimo e Gesù vi ha trasformato, siete raggianti e quei raggi arrivano dappertutto: giungono ai non credenti, ai malati, ai moribondi. Chissà, forse impedirete un divorzio, impedirete a un giovane di suicidarsi, forse guarirete un malato, forse consolerete un moribondo, forse impedirete un incidente stradale. Chissà, Dio lo sa...».(Suor Emmanuel Maillard)

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INSEGNAMENTI DELLA SANTISSIMA VERGINE SULLA FIDUCIA

Dice Maria (parlando a San Giuseppe): «Non temere. Tutto andrà bene (…). Noi fidiamo in Lui. Non è vero? Sempre fidiamo in Lui. Quanto più è forte la prova e più fidiamo. Come due bambini mettiamo la nostra mano nella sua di Padre. Egli ci guida. Siamo tutt’affatto abbandonati a Lui. Guarda come ci ha condotti fin qui con amore. Un padre, anche il più buono, non potrebbe farlo con maggior cura. Siamo suoi figli e suoi servi. Compiamo la sua volontà. Nulla di male può accaderci».

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Dai Quaderni di Maria Valtorta del 1943, 5 dicembre

Dice Gesù:«Io non sono venuto (Mt 5,17) (Zc 7,4-14) a negare la Legge e i Profeti ma a confermarla e a perfezionarla modificando quelle inesattezze e soprastrutture che l’uomo vi aveva messo, parte per imperfezione propria e parte per umanità superiore all’anima.L’uomo è portato a male intendere. Non è perfetto nei suoi sensi mistici e nei suoi sensi naturali. Solo vivendo in Me perfeziona i primi, essendo allora Io che opero in lui. L’uomo è anche portato a complicare le cose perché, nella sua tenace e indistruttibile superbia, è sempre attirato dalla seduzione di ritoccare anche l’opera di Dio.Siete dèi (Sal 82,6) essendo figli di Dio. Ma Dio è sempre il Maggiore, il Perfetto, Colui che da Se stesso si genera. Voi siete i minori, coloro che divenite perfetti se vivete in Dio e che da Dio siete generati. Or dunque, perché volete sempre modificare con le vostre complicazioni ciò che Dio nella sua Semplicità, che è uno dei segni della sua natura, dà perfetto nella sua semplicità?Quando sono divenuto Maestro ho trovato la Legge, in origine così chiara e lineare, divenuta un groviglio di imposizioni e una macia di formule che la rendevano impraticabile ai fedeli. Naturalmente pesi e formule erano per gli umili. I potenti, quelle formule e quei pesi li avevano creati, ma non li portavano.Il sacerdozio, gli scribi e i farisei, mi fecero ribrezzo e sdegno. E se vidi fra loro qualche anima leale, che amai divinamente, vidi anche la turba degli altri, più numerosa di gregge di selvatici caproni che col loro puzzo ammorbavano dei loro mercati, delle loro falsità, empietà, durezze, la Casa del Signore, e rendevano il Signore qualcosa di terribile per i poveri della Terra.Per Me digiunavano e sacrificavano quei sepolcri di fetore? No. Per averne utile umano e lode. Comodo era essere i Dottori della Legge e comodo essere del popolo eletto in Israele. Ma non vi era verità di desiderio e di offerta per attirare il Messia e le sue benedizioni.E il Messia andò altrove, nella regione sprezzata, ma dove una Tutta Santa e un Giusto meritavano di accogliere e tutelare il Germe di Dio.E ora, o figli, digiunate e pregate per interesse di Dio? No. Le vostre naturali privazioni, che potrebbero tenere posto di digiuno, non le sopportate con rassegnazione, ma ne fate fonte di odio e imprecazione continua e stolta e sacrilega. Le vostre preghiere sono sozze e sciancate dai vostri interni sentimenti e sono guardate da Dio come cose immonde messe sulla pietra dell’altare. Dio le incenerisce sperdendone il fumo contro terra.Una volta di più Io vengo a ripetere la forma che dovete usare per presentare a Dio sacrifici e preghiere, il cui profumo puro salga dall’altare al trono di Dio come olocausto di vittima perfetta.“Giudicate secondo verità, siate misericordiosi e compassionevoli verso i fratelli, quali che siano, non opprimete vedove e orfani, poveri forestieri, umili e deboli della Terra, non abbiate in cuore pensieri di astio, vendetta e male opere verso i vostri simili. Amate, insomma, perché l’amore è il compendio della Legge e chi ama tutto fa, e l’amore è l’incenso che rende profumate le ostie di propiziazione e l’acqua lustrale che deterge le pietre del vostro altare”.Non indurite cuore e udito più di quanto già non l’abbiate. Non chiudete il cuore e l’udito alla Voce di Dio che parla attraverso i suoi “portavoce”, come un tempo l’indurirono gli antichi alla Voce di Dio parlante attraverso i Profeti.Se non ascoltate Me, per giustizia Io non ascolterò voi, e cesserete di avermi per Dio, per Padre e Salvatore. Conoscerete allora l’ira del Signore piena e inesorabile e, avendo ricusato il Pane della Parola di Dio, morderete la polvere e come belve senza cibo vi sbranerete l’un l’altro morendo nell’orrore per conoscere un orrore ancor più tremendo ed eterno.»Zc 8, 7.12.13.16.22Dice Gesù:«Salvatore delle genti, non posso non essere Salvatore del popolo mio. Mie per legge antica, mio per legge nuova.Sono, umanamente, uscito da quella razza e se essa mi ha deriso, misconosciuto, tradito, ucciso, se essa ha fatto ciò avendo l’anima appesantita e avviluppata dal magma della colpa che il mio Sangue non lava, essendo questa razza ramo che non vuole innestarsi al ceppo della vite divina, non è meno vero che sono morto anche per essa, che su essa ho diritti di Re e amore di Creatore.Con durezza e ferocia i padri dei padri di questi d’ora hanno respinto il dono dell’Eterno e chiesto il mio Sangue (Mt 27,25) a sfamare il loro odio verso la Verità. Con pazienza, con intelligenza, con forza e con bontà li attirerò a Me.Le opere buone o inique dell’uomo servono sempre a un fine soprannaturale, perché la malvagità umana viene raccolta da Dio e al contatto delle sue mani si muta in strumento di bene. Nulla lascia intentato Dio nel suo lungimirante operare per raggiungere lo scopo che è quello di riunire in un unico nucleo gli umani per l’ultimo giorno, come da un unico nucleo si diramarono per la Terra dividendosi come rivoli che traboccano dalla coppa di una sorgente.L’opera è già iniziata ed i persecutori che ledono e offendono ciò che è umano non sanno di stare creando con la loro iniquità il gran giorno del Signore, in cui come pecore disperse radunerò il mio immenso gregge ai piedi della Croce e ribattezzerò col nome di “agnelli” gli inselvatichiti figli del gregge che già fu mio, espellendo coloro che sotto il segno mio sono gli aspidi e i lupi della società umana.Quando saprete riconoscermi e piangere col cuore contrito, Io muterò la secolare condanna di voi, deicidi, in perdono e benedizione, poiché non posso dimenticare il bene compiuto dai vostri Padri antichi, i quali dal Regno pregano per voi erranti. Spogliatevi dunque anche voi, che per primi avete avuto in dono la Legge, di ciò che è ingrato a Dio.Gli stessi comandi che faccio ai miei nati dal mistico travaglio della Croce, li dico anche a voi che della croce vi siete fatti un sacrilego patibolo e una fonte di condanna.Dite la verità e servite la Verità. Venite ad Essa. Battetevi il petto per coloro che l’hanno derisa ed hanno sperato di ucciderla. Hanno ucciso unicamente se stessi perché la Verità è immortale nella sua natura divina. Non ammantatevi delle insegne di essa per scopo umano. Ma una volta accostatala, amatela come sposa or ora conosciuta. Essa è quella che vi deve generare la Vita eterna. Ma non si può generare se di due non si fa una sola cosa perseguendo non piacere di sensi, ma santità di scopo. Siate onesti e sinceri con tutti e specie con Iddio, il cui occhio trivella i cuori e li passa parte a parte e li vede come e meglio di quanto lo scienziato e il batteriologo vedano nei vostri corpi le malattie che vi consumano e i germi che vi rodono.Applicate l’amore alla verità nei rapporti con Dio e con l’uomo. Non tradite. Ha tradito or sono venti secoli uno della vostra razza, istigato e seguito da subdoli e malvagi. Levate quell’onta, che vi schiaccia da secoli, col vostro agire giusto e leale.Per essere amati occorre farsi amare. Lo avete dimenticato molte, troppe volte. Amate la pace. È il segno del Cristo, che i vostri padri hanno ucciso attirando su voi la guerra che non ha termine e con pause di tregua esplode e risorge come morbo insanabile nel corpo della Terra e non vi dà sicurezza e riposo. Ora dovete imparare ad amarla questa pace per potere essere del Cristo e finire così l’eterno esodo della vostra razza.Ogni zolla del mondo freme sotto il vostro piede e vi scaccia. Anche le vostre zolle antiche. Ma se Io, Signore del mondo, stenderò la mia Mano ed aprirò la mia Bocca a dire: “Basta! Costoro sono nuovamente miei”, la Terra più non potrà perseguitarvi. Le soprannaturali tende del Cielo saranno sopra di voi a protezione.Ricordate quando per voi ho perseguitato i potenti, ho aperto il mare, ho fatto scaturire fonti nell’aridità dei deserti e piovere cibo dai cieli, quando ho messo i miei angeli ad aprirvi un varco fra i nemici per addurvi nella Terra che avevo promessa ai primi santi della Terra. Sono sempre quel Dio potente e pietoso (Es 14,21-31; 16;17,1-7; 23,20-23; 32,33-34; 33,1-2). Lo sono due volte di più ora che non sono solo il Padre Creatore ma il Figlio Salvatore, ora che la Terza Persona ha generato il miracolo della Incarnazione di un Dio per farne la Vittima espiatoria di tutta l’umanità.Io vi attendo per poter dire: “Pace” alla Terra, e dire al Cielo: “Apriti ad accogliere i viventi. Il tempo è finito!”. Venite. Non ho cuore diverso, ora che sono in Cielo, di quello che avevo sul Golgota quando pregavo per i padri vostri e perdonavo a Disma (11 agosto e 31 ottobre).»Dice Gesù a me:«Ho dettato questo brano oggi che puoi scriverlo, invece di domani che non potresti farlo. Metti la data di domani. La collana dei dettati deve essere regolare come moto di pendolo. Un giorno si capirà meglio il perché dico di fare così. Ora riposa sul mio Cuore.»5 dicembre ore 8 ant.nePiù tardi dice Gesù:«Abbi pazienza, anima mia. Non posso stare senza parlarti, perché parlare a chi mi ama costituisce la mia delizia, il mio desiderio, il bisogno del mio Cuore amante di voi.Hai mai visto come fanno due sposi che realmente si amano? La sposa, mentre è in casa, guarda ogni momento l’orologio, corre alla finestra, per vedere se il tempo passa, per vedere se lo sposo torna dal suo ufficio. Lo sposo, non appena può, scappa a dire una parola d’amore alla sua sposa. L’ha appena lasciata e si sovviene che poteva dirle anche questo per farla felice, e se appena può corre a dirglielo. È l’amore che li sprona.Anche io, non appena taccio, sento che ho altro da dirti. Vorrei parlarti notte e giorno, averti tutta per Me, vorrei che tu potessi dedicarti tutta a Me. Se sapessi come ti amo!Ora senti. Anni or sono, leggendo gli scritti del mio servo Contardo Ferrini, ti chiedesti più volte perché nella mistica eri una analfabeta in che consisteva “la conversazione nei Cieli”.Ecco: quando tu mi ascolti ed Io ti parlo, quando in luogo di murmure superficiale di preghiere Io ti rapisco nel fuoco delle rivelazioni e ti occupo di Me, quando tu mi dici: “Vieni, Gesù, a parlare alla tua serva”, quando gusti il sapore della mia Parola che deposito in te come in un forziere, in un’idria, perché tu la dia ai poveri e agli assetati della Terra, allora noi facciamo una conversazione nei Cieli.Eri troppo legata alle formule, come quasi tutti i cattolici ferventi. Io ti ho slegata. Ho lanciato l’anima tua, fuor dal pelago delle circoscrizioni formulari, delle piccinerie delle pratiche, sugli spazi sconfinati del mistico mare dell’orazione. Ti ho avvolta, aspirata, rapita, indiata nel fuoco dell’orazione.Eri un piccolo passero impastoiato. Ora sei un’aquila che spazia e domina e sale verso il Sole e lo fissa e ne è fortificata. Sali sempre più, come l’aquila a voli concentrici. In alto sono Io, Aquila eterna, che ti attendo per portarti, oltre i sensi, nel conoscimento d’amore.Ubbidisci sempre al richiamo, con prontezza e fiducia. Abbandònati al vento dell’amore. Esso ti sostiene, non ti ostacola. Esso spira per portarti a Me da cui viene. Perditi, goccia d’acqua nel mio infinito oceano, perditi, favilla di luce nel mio sconfinato fulgore. Entra a far parte del tuo Dio e Signore, del tuo Sposo. Ti apro tutte le porte dei miei tesori perché tu li possegga.Ti amo!»5 dicembre ore 10 ant.neDice Maria«Parlando della Presentazione al Tempio, Luca (2,33) dice che “il padre e la madre restavano meravigliati delle cose che si dicevano del Bambino”.Meraviglia diversa dei due coniugi. Io, alla quale lo Spirito Sposo aveva rivelato ogni futuro, meravigliavo soprannaturalmente adorando la Volontà del Signore che si vestiva di carne per volere redimere l’uomo e che si rivelava ai viventi dello spirito. Meravigliavo una volta di più che ad esser la Madre della Volontà incarnata Iddio avesse scelto me, sua umile ancella. Giuseppe meravigliava anche umanamente poiché egli altro non sapeva fuor di quello che le Scritture gli avevano detto e l’angelo rivelato (Mt 1,20-24). Io tacevo.I segreti dell’Altissimo erano come deposti sull’arca chiusa nel Santo dei Santi e solo io, Sacerdotessa suprema, li conoscevo, e la Gloria di Dio li velava agli occhi degli uomini col fulgore suo insostenibile. Erano abissi di fulgore e solo l’occhio verginale baciato dallo Spirito di Dio poteva affissarli. Ecco perché eravamo, tanto io che Giuseppe, meravigliati. Diversamente, ma ugualmente (in ugual misura) meravigliati.Ugualmente va interpretato così l’altro passo di Luca (Lc 2,50) : “Ma essi non compresero ciò che aveva lor detto”.Io compresi. Sapevo prima ancora e, se il Padre permise la mia ambascia di madre, non mi velò il significato eccelso delle parole del mio Figlio. Ma tacqui per non mortificare Giuseppe a cui non era concessa la pienezza della grazia.Ero la Madre di Dio, ma ciò non mi esimeva da essere moglie rispettosa verso il Buono che mi era amoroso compagno e vigile fratello. La nostra Famiglia non conobbe mende, in nessun motivo e campo. Ci amammo santamente preoccupati di una cosa sola: del Figlio.Oh! Gesù restituì nell’ora della morte ogni conforto, come solo Egli lo poteva fare, al mio Giuseppe, in ricordo di tutto quanto aveva ricevuto da quel Giusto. Gesù è il modello dei figli, come Giuseppe lo è dei mariti. Molto dolore ho avuto dal mondo e per il mondo. Ma il mio santo Figlio e il mio giusto Consorte non fecero venire altre lacrime al mio occhio che non fossero quelle del loro dolore.Quando Giuseppe non fu più al mio fianco, ed io fui la prima autorità terrena del Figlio mio, non mostrai più di non capire tacendo. Nessuno più si sarebbe mortificato di vedersi superato in comprensione, e a Cana (Gv 2,1-11) parlai. “Fate quello che Egli vi dirà” dissi, poiché sapevo che Gesù nulla mi nega e che dietro le sue parole sostenute già era il primo miracolo suscitato da me e offerto a me dal Figlio mio, come una candida rosa nata per prima su un rosaio a primavera.Bisogna saper leggere il Vangelo, Maria. Gli uomini non lo sanno leggere. Io ti guiderò la mano e te lo spiegherò là dove il mio Gesù non te lo spiega. Sono la Mamma di tutti e due. Voglio che la mia bambina conosca il suo dolcissimo Gesù, Gesù nostro, come pochi lo conoscono.Più lo conoscerai, più lo amerai. Più lo amerai a più mi farai felice.»

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𝗖𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗮𝘃𝘃𝗶𝗰𝗶𝗻𝗮𝗿𝗲 𝗮 𝗟𝘂𝗶

Alcune persone che stettero accanto a Gesù quando Egli passò facendo il bene sulla nostra terra, ci possono insegnare come trattare il Maestro. «Entrato [Gesù] in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: “Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente» (Mt 8, 5-6). La liturgia di oggi offre alla nostra considerazione questo episodio della vita del Signore. Quell’uomo buono, un gentile, soffre per la malattia di un servo del quale ha una grande stima. Vista l’amara impotenza che patisce per non essere in grado di aiutarlo, reagisce in maniera saggia e umile, piena di fede: va in cerca di Gesù e gli spiega con sincerità la causa della sua tristezza. Non è necessario che chieda nulla, gli basta esporre la sua situazione, aprirgli l’anima.

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ESSERE SEMPRE PRONTI PER IL REGNO DI DIO

L'esorcista americano Padre Dan Reehil ha condiviso una storia su San Domenico Savio, offrendo una potente riflessione sulla prontezza spirituale. Un giorno, mentre San Giovanni Bosco stava guidando alcuni ragazzi sulla via della fede, li raggiunse mentre giocavano a calcio e chiese: "Se Gesù vi apparisse proprio ora e vi dicesse che vi rimane un'ora di vita, cosa fareste?"

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Chi siamo

La mia missione con 'Devozione al Cuore Immacolato' è quella di creare una comunità online dove le persone possano condividere e trovare conforto attraverso la preghiera e la riflessione spirituale. Cercherò di offrire un'ampia varietà di testi religiosi, preghiere e risorse che incoraggiano una crescita personale e spirituale. Il mio obiettivo è quello di avvicinare le persone alla preghiera e di promuovere una vita di fede attiva e consapevole. Credo nel potere della preghiera e nell'importanza di condividere esperienze di fede. 

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